Svezzamento: i consigli pratici di una mamma alle prime armi
Nuovo anno, nuove rubriche.
Come ben sapete da 10 mesi sono diventata mamma di panzetta, e qui sul blog non ho mai raccontato nulla in merito, ma ora credo sia arrivato il momento di farlo.
In questa sezione troverete le mie riflessioni, i miei consigli, e i miei suggerimenti su e per i più piccoli, e ovviamente troverete anche tante ricette da poter preparare per e con i vostri figli. Insomma, sarà il mio diario di bordo per raccontarvi la vita da mamma, ma anche per vivere insieme tutte le tappe di questo bellissimo viaggio chiamato ‘maternità’.
Prima di iniziare a trattare il tema ‘ricette per bambini’ però, dobbiamo parlare di svezzamento, e in questo articolo vi racconterò la mia esperienza.
Prima di iniziare il mio racconto e prima di darvi consigli e suggerimenti sullo svezzamento che spero vi saranno utili, vorrei fare una premessa. Questo articolo non vuole essere una guida allo svezzamento, poiché non ho le competenze mediche per poter scrivere un articolo simile, bensì, vuole essere il semplice racconto di una neomamma, che sta vivendo e imparando da questa meravigliosa e nuovissima esperienza e che ha voglia di condividerla con chi la sta leggendo.
Di seguito quindi il mio personalissimo racconto e il mio punto di vista sullo svezzamento, formulato grazie alle letture che in questi mesi ho consultato (prevalentemente quelle dell’Organizzazione Mondiale della Sanità).
Prima cosa da sottolineare riguarda il termine vero e proprio, infatti con la parola ‘svezzamento’ si indicava/indica la perdita del ‘vizio’ di prendere il latte materno, cosa che, secondo le linee guida dell’Oms non è una definizione corretta, poiché è stato dimostrato che il latte materno è importante nell’alimentazione dei piccoli fino ai 2/3 anni di età, e di conseguenza non è un vizio. Si dovrebbe quindi, più correttamente parlare di Alimentazione Complementare, ovvero un’alimentazione fatta di cibi solidi o semisolidi e di cibi liquidi.
Io ho scelto di iniziare con l’Alimentazione Complementare a sei mesi compiuti del mio piccolo – dopo aver fatto sei mesi di allattamento esclusivo al seno – momento in cui ha iniziato a dimostrare più interesse verso i cibi solidi. Notavo infatti che tenendolo a tavola con noi, allungava le manine per cercare di prendere i cibi nel piatto, o seguiva con lo sguardo il cibo che noi portavamo alla bocca.
Non ho avuto dubbi, era decisamente arrivato il momento di far provare a panzetta che sapore avesse il cibo!
Come iniziare: svezzamento o autosvezzamento?
Per iniziare questo percorso ho optato per una via di mezzo tra svezzamento classico, e autosvezzamento (vi metto qui un link: https://www.uppa.it/alimentazione/svezzamento/come-funziona/, per capire meglio quali siano le sostanziali differenze tra queste due tipologie).
Ho iniziato i primi giorni con pappine preparate appositamente per lui con i cibi rigorosamente frullati, seguendo quindi la teoria dello svezzamento classico, per poi introdurre man mano cibi solidi, e più specificatamente, tutti i cibi che mangiamo noi, tutti serviti sminuzzati in pezzi piccolissimi. Così facendo mi sono approcciata alla teoria dell’autosvezzamento che ho poi prevalentemente seguito e seguo tutt’ora.
Panzetta siede a tavola con noi e mangia, nella maggior parte dei casi quello che consumiamo noi. Va da sé che se mangiamo cibi troppo conditi, troppo pesanti o fritti, gli preparo sempre qualcosa a parte.
Quando e quanto farlo mangiare
Questo percorso è ovviamente graduale, e a mio avviso, è importante seguire i ritmi del proprio bambino per introdurlo man mano a fare pasti completi. Io ho iniziato con la merenda di metà mattina (solitamente frutta grattata o cotta) e con il pranzo, per poi aggiungere, solo quando ho visto che gradiva, anche merenda pomeridiana e cena.
Ribadisco che il percorso è graduale e ogni bambino ha bisogno dei suoi tempi per abituarsi a questo cambiamento, quindi, vi suggerisco di non allarmarvi se il vostro bambino salta un pasto. Se ci pensate bene a volte capita anche a noi di avere poco appetito, quindi tranquille, se saltano un pranzo o una cena, recupereranno al pasto successivo. Ovviamente ciò è vero se il bambino è comunque solito mangiare.
Quando capitano episodi di inappetenza io evito accuratamente di forzarlo, perché non voglio che si instauri un rapporto conflittuale con il cibo, o che veda il momento del pasto come una forzatura. Al contrario per lui deve essere un momento di gioia, proprio come lo è per noi!
Cosa fargli mangiare
Solitamente faccio in modo che ogni pasto sia completo (abitudine che seguo anche per noi), facendo quindi attenzione affinchè mangi carboidrati, proteine, vitamine, sali minerali e grassi di origine vegetale sia a pranzo che a cena.
Solitamente le merende sono fatte di frutta grattata e biscotto, frutta cotta oppure yogurt e biscotti, mentre invece per pranzo e cena prevedo sempre, come vi ho scritto, un carboidrato e quindi pasta, una proteina, carne pesce formaggi (al momento consuma sogliola, nasello e salmone) o legumi (rigorosamente decorticati e/o frullati).
Un consiglio che posso darvi per facilitarvi le preparazioni e anche la spesa da fare, è quello di redigere un menu settimanale da seguire. In questo modo avrete molteplici vantaggi:
- avrete una visione complessiva di tutto ciò che il vostro bambino mangerà e quindi vi renderete conto se durante la settimana il suo menu è completo e bilanciato;
- sarete più facilitate a fare la spesa, avendo un menu settimanale già definito saprete già cosa cucinare per voi e di conseguenza per lui;
- ridurrete gli sprechi sia di cibo che di tempo, perché potrete ad inizio settimana portarvi avanti con le preparazioni.
Come organizzarsi in anticipo e come conservare i cibi
Come vi ho appena scritto, il primo step per organizzarsi in anticipo è quello di compilare un menu settimanale da seguire.
Solitamente le pietanze che preparo in anticipo sono le verdure che cuocio al vapore (per mantenere intatte tutte le proprietà nutritive) e poi congelo, in modo da averle pronte al momento del bisogno. Carne e pesce li preparo al momento.
Con alcune verdure preparo direttamente delle creme che poi conservo in freezer e scongelo al momento del bisogno, e che sono utilissime soprattutto quando pranziamo o ceniamo fuori.
Per la conservazione uso tre diversi metodi:
- Metto le creme negli stampini per il ghiaccio, li chiudo e li congelo. In questo modo ho piccole quantità a disposizione e al momento del bisogno tiro fuori il numero di cubetti che mi occorre. Inoltre congelando in piccole quantità il tempo necessario affinchè si scongelino è minore 8questo principio è valido sempre).
- Metto le creme o il brodo in piccoli barattoli di vetro temperati e quindi adatti ad essere conservati in freezer. Solitamente questi li uso quando andiamo a pranzo o a cena fuori, cosi da averli già pronti per essere asportati.
- Metto le creme o il brodo sottovuoto.
Buone abitudini da seguire
A #casasushi ci sono poche regole da seguire, ma quelle poche vengono seguite alla lettera. Due di queste riguardano proprio panzetta e il cibo.
La prima regola è che panzetta sieda sempre a tavola con noi per mangiare (fatta eccezione per le due merende che io e il papà non facciamo), in questo modo si è gradualmente abituato e stabilizzato sugli orari della famiglia, e soprattutto vive il momento della pappa come un momento conviviale da dividere con mamma e papà. Ho la ferma convinzione che stando a tavola insieme a noi capisca che il pranzo e la cena sono un momento di condivisione della famiglia, un momento tutto ‘nostro’ per poter stare insieme.
La seconda regola da seguire fermante è l’assoluto divieto di mangiare guardando la tv, tablet o smartphone (a dirla tutta al momento per panzetta questi oggetti sono banditi anche durante i resto della giornata). Il motivo è semplice, non voglio che il pasto diventi un momento di alienazione, bensì, come ho scritto sopra, deve essere un momento di condivisione dell’intera famiglia.
Evito in generale di farlo mangiare con troppe distrazioni e mettendo in tavola dei giochi, al contrario, se tenerlo occupato perchè si stanca facilmente, gli do spesso un pezzo di crosta di pane. Ultimamente per insegnargli a mangiare da solo, preparo anche un piccolo piatto per lui, in modo che inizi ad ‘interagire’ con il cibo. Ovviamente ora mangia un pochino da solo con le mani e un pochino gioca, tra qualche tempo, quando vedrò che inizierà a mangiare da completamente da solo gli darò un cucchiaio in modo che inizi a capire come mangiare con le posate.
Che dire, spero di avervi scritto tutto, ma soprattutto spero che i miei suggerimenti possano esservi utili per gestire nel migliore dei modi questa fase. Ovviamente, se avete anche voi suggerimenti da darmi sono ben accetti, in fondo siamo, o siamo state, tutte neomamme, e il confronto è sempre la miglior strada per imparare.