‘L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso.’
(Anne Carson)
Questa è la mia unica regola quando viaggio, tornare diversa. E che il viaggio sia lungo o breve, vicino o lontano, cerco sempre di rispettarla. Ultimamente più del solito dal momento che non faccio altro che fare e disfare valige, salire in continuazione su treni ed aerei e girare in lungo e largo per l’Italia.
E non potrei essere più felice di farlo.
Sono una ‘girovaga’ nell’animo, adoro viaggiare e credo che non ci sia niente di più costruttivo al mondo da fare per aprire i propri orizzonti e accrescere le proprie conoscenze.
Quando sono in una nuova città cerco di osservarla, di respirarne l’essenza e di coglierne ogni più piccolo dettaglio e ogni minima sfumatura.
Cosi ho fatto anche lo scorso week end a Modena durante il #nonsolobuonotour. Un viaggio di due giorni organizzato da NonSoloBuono e da Fini per scoprire, vivere e raccontare Storie di Evoluzione Emiliana, fatte di tradizione che ha saputo rinnovarsi ed evolversi.
Castelfranco Emilia è il nostro punto di partenza. Lo stesso che ha dato vita, secondo storia e legenda ai tortellini. Proprio qui nel 1200 un locandiere spiando dalla fessura della serratura di una porta una bella marchesina , rimase affascinato dal suo ombelico (che la legenda attribuisce invece a Venere). Folgorato da questa immagine, al momento della preparazione della cena, mentre tirava la sfoglia, decise di riprodurre quell’ immagine e così nacque il tortellino.
Una tradizione rimasta intatta negli anni, che ha contribuito a rendere famose nel mondo le sfogline emiliane, come Monica Venturi che ancora oggi nella sua bottega bolognese la porta avanti con pura passione, la stessa che ci ha sapientemente trasmesso quando è stato il nostro turno di mettere ‘le mani in pasta’.
Non può di certo mancare l’innovazione quando si parla di tradizione e il bello di questo tour è stata la perfetta unione delle due: tradizione e innovazione.
E proprio dalla voglia di evolversi e di migliorarsi nasce la linea ‘Gusto&Benessere‘ di Fini, che unisce la tradizione gastronomica emiliana alla scienza alimentare. Con il contributo di ‘Gusto&Benessere-Art Joins Nutrition’ – Qualità nutrizionale Garantita’ il marchio di qualità nutrizionale che identifica cibi bilanciati sia per la selezione degli ingredienti che per i loro abbinamenti e i loro dosaggi, Fini ha ideato delle ricette nutrizionalmente bilanciate con le quali non si rinuncia a tutto il piacere delle preparazioni tradizionali, ma che limitano l’utilizzo di grassi, sali e zuccheri. Preparazioni attente e meticolose che puntano al raggiungimento di un prodotto di alta qualità che abbiamo avuto il piacere di vedere da vicino durante il processo di lavorazione, visitando gli stabilimenti produttivi della pasta ripiena di Fini.
Il continuo gioco tra tradizione ed evoluzione è una costante in questa piccola città. Si respira l’atmosfera calma e rilassata di un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, si visitano le botteghe storiche di artigiani locali che ti fanno rivivere mestieri che sembrano quasi essere lontani dai nostri giorni. E passeggiando entri in una piccola drogheria che è rimasta intatta dal 1904 ad oggi, ti perdi tra i costumi di scena di un antico laboratorio della città o tra gli utensili della bottega di un restauratore. Guardandoti intorno ti rendi conto però, che no, il tempo non si è fermato a Modena. Ti giri e vedi locali ben più moderni che convivono in perfetta sintonia con le botteghe storiche. Un susseguirsi che ti fa pensare a quanto bella sia la tradizione, che va conosciuta e preservata, e di quanto allo stesso tempo sia naturale l’innovazione e l’evoluzione di tutto ciò che ci circonda.
La stessa alternanza di tradizione ed innovazione si respira anche alla Franceschetta58, nata dalla collaborazione tra Massimo Bottura e Marta Pulini. Questo bistro è un’ex officina completamente rimodernata dove passato e presente si mescolano in un gioco divertente e ben riuscito. La sala è arredata con linearità e semplicità, ma è ravvivata da pezzi vintage unici e ben amalgamati. Piatti colorati appesi alle pareti, fiori posati in vasi di latta, servizi di piatti posate e bicchieri tutti diversi tra loro a decorare la tavola, e un personale, tutto al femminile, gentile e preparato ad accoglierti in sala.
Un luogo informale e accessibile a tutti dove assaporare il gusto della tradizione gastronomica emiliana, rielaborata con creatività ed originalità dalla chef Marta Pulini, che porta in tavola cibo genuino, legato alla tradizione regionale ma rivisitato in chiave moderna. Insomma, un idillio per occhi e bocca, e io ovviamente non avrei potuto chiedere un posto e una città migliore per spegnere la candelina dei miei trentun’anni.