Tra sogno e realtà: dietro le quinte della cucina del ristorante Ora d’Aria

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Una settimana a Firenze trascorsa nella cucina del ristorante Ora d’Aria, con lo chef Marco Stabile e il suo fantastico team. Ecco la cronaca di un’esperienza unica.

….se la tua aspirazione è diventare uno chef, e ti bussa alla porta l’occasione di ‘lavorare’ per una settimana nella cucina di un ristorante stellato, l’unica cosa che puoi fare è coglierla al volo, salire su un treno e non lasciartela scappare, perché si sa, ogni lasciata è persa!

Decisa, determinata, emozionata e un po impaurita arrivo a Firenze, accolta da un sole splendido e dal profumo della primavera nell’ aria…. tutto  perfetto!

Lunedì pomeriggio, ore 15, con le mani tremanti e il cuore in gola arrivo davanti all’ ingresso del ristorante Ora d’Aria. Le mani iniziano a tremare di più e il cuore a battere ancora più forte.
Io, non sono mai entrata nella cucina di un ristorante, e tanto meno di uno stellato….l’ansia da prestazione inizia a farsi sentire.

Il ristorante lo conosco, ci ho mangiato e ne ho scritto (http://www.italiasquisita.net/sostanza-piu-che-apparenza-allora-daria-di-marco-stabile/). Impeccabile, accogliente e capace di regalarti  raffinati sapori toscani, sapientemente elaborati. Ora d’Aria, una sintesi di qualità ed eccellenza, raggiunte grazie al lavoro del suo chef Marco Stabile, e della sua brigata, organizzata, appassionata e affiatata.

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La brigata: (da sinistra) Amann, Elena, Simone, Pasquale, Junya, Andrea.

Una brigata che la prima volta ho  guardato dalla sala, attraverso la grande vetrata della cucina a vista, spettatrice dell’affascinate spettacolo messo in scena al suo interno. Stavolta sarà il contrario, dal palco guarderò la platea, dalla cucina scruterò la sala.

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La sala vista dalla cucina.

Armonia. Ecco cosa pensi guardando la cucina da fuori. Calma e perfezione dell’ingranaggio ti rapiscono.
Dall’ interno la sensazione è la stessa, ma il punto di vista è diverso. Da qui si vedono i dettagli, quei particolari che fanno la differenza, si studiano i meccanismi, si intuisce il funzionamento. L’esterno ti restituisce un unico, l’interno i tasselli che lo compongono.

Ho sempre immaginato come potesse funzionare la cucina di un ristorante gourmet, e ho sempre desiderato farne parte, e ora che il desiderio è realizzato (anche se soltanto per una settimana!) mi rendo conto che l’impatto della realtà supera di gran lunga l’immaginazione.
Organizzazione, organizzazione e organizzazione, ecco le parole d’ordine, il segreto è qui. L’organizzazione è la chiave di volta per l’eccellenza, precisione e metodo i requisiti essenziali, perchè tutto, anche la preparazione più banale richiede ordine e attenzione. Ma l’ingranaggio è perfetto anche perchè tra pentole, piastre, e fornelli, l’atmosfera è rilassata e piacevole, e la preparazione di capasante, baccalà o  tortelli, è accompagnata da chiacchiere e risate; serietà e ironia si alternano in un susseguirsi rapido e coinvolgente, tutto moderato dallo sguardo vigile e dal sorriso bonario dello chef.

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La cucina.

Sarà che i ragazzi sono tutti giovani, tutti simpatici, che inizio a fare qualcosa in più, ma dopo aver rotto il ghiaccio e aver superato la timidezza, dal terzo giorno inizio a pensare che…‘si, qui dentro ci sto bene!!!’. Le mie gambe e la mia schiena non sono troppo d’accordo, accusano le dodici ore in piedi (e io che pensavo di essere ancora giovane a 29 anni! Illusa!!!) , e allora mi vengono in mente tutte le volte che ho sentito dire che stare in cucina è faticoso, stare in un ristorante è un duro lavoro……è vero, ora confermo!!! Della serie, provare per credere!

Dopo sette giorni di full immersion ho la totale consapevolezza che soltanto una passione pura e smisurata per la cucina e per il cibo ti danno la carica per fare questo lavoro, perchè, a differenza di quanto i talent in tv fanno vedere, la cucina professionale è fatta di fatica e sacrificio, ma anche di divertimento e di un totale appagamento.

Consapevole di ciò, ora mi chiedo ‘E’ questa la mia strada?‘. Una settimana basta per capirlo? Non so, ma torno a casa con la voglia di prendere nuovamente il treno per Firenze, perchè è più divertente guardare la sala dalla cucina che non il viceversa! 😉

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Grazie a tutti per l’accoglienza, siete fantastici! 🙂

Marco Stabile, Pasquale Fimognari (sous chef) & me!
Marco Stabile, Pasquale Fimognari (sous chef) & me!

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Commenti

  1. Robyyyy il sogno di tutte noi… anche solo per vedere come funziona davvero una cucina di un ristorante stellato… quando mi vieni a trovare ti porto in uno stupendo nel chianti il mio favorito!!!

    1. E’ stata un’esperienza fantastica infatti….un sogno realizzato!
      Cmq, in che ristorante vuoi portarmi?! Io sono sempre pronta quando si tratta di mangiare….dovrò venire presto a trovarti! 🙂

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