Non c’è nulla da fare….la cucina romana è la cucina romana!
Non c’è nuova tendenza culinaria che regga, il gusto di una di carbonara, o di un’ amatriciana o di un bel piatto di coda alla vaccinara non ha rivali. Quei sapori così decisi e intensi, semplici e amabilmente ‘grezzi’ sono sempre un piacere per il palato e a riproporli non si sbaglia mai! E ovviamente Eataly, tempio del buon cibo italiano non poteva sbagliare organizzand una tre giorni interamente dedicata alla cucina romana con il ‘Festival della cucina Romana, piatti poveri a prezzi poveri’; evento organizzato in occasione del decimo compleanno della ‘Guida dei Ristoranti di Roma e Lazio’ di Repubblica.
Rinomati chef laziali e capitolini, scelti tra tutti quelli presenti nella guida hanno proposto le loro reinterpretazioni di piatti della tradizione romana, ecco i loro ristoranti: Enoteca Ferrara, Stefano Callegari, Imagò Hassler, Le Jardin de Russie, La Parolina, Osteria di San Cesareo, Ristorante Cacciani, Acquolina, La Trota, Al Ceppo, Salotto Culinario. Ovviamente da buona forchetta quale sono non mi sono lasciata sfuggire l’evento e la possibilità di assaporare piatti firmati da bravissimi chef. Il meccanismo di degustazione era semplice, dopo un breve passaggio alla cassa per la conversione delle banconote in gettoni da 2,50€ ciascuno si poteva iniziare con la degustazione.
Ecco un breve excursus della mia serata dal sapore ‘romano’…..
Rapido passaggio alla cassa, ritiro i gettoni e inizio con un ‘gelato di carbonara con spaghetti di zucchine e tartufo nero’ (Ristorante La parolina).
Rivisitazione della carbonara molto gradevole e insolita, con la nota di tartufo che lega perfettamente con il sapore dell’uovo. Gusto delicato e al contempo deciso…davvero un’ottimo inizio. Dopo la carbonara non può di certo mancare un altro classico dell’arte culinaria romana, la amatriciana, riproposta però con una nota davvero innovativa, la liquirizia. Sandro e Maurizio Serva (Ristorante La Trota) hanno servito una ‘amatriciana rossa in bianco con gocce di pecorino e liquirizia’.
Dopo due primi cosi importanti passo al secondo….e scelgo di provare la ‘rivisitazione della coda alla vaccinara’ di Dino de Bellis (Ristorante al Ceppo). A vederla sembra un’arancino….ma aprendolo si capisce subito che di riso non ce n’è neanche l’ombra… è ripieno di carne, coda ovviamente! Un tripudio di gusto. Un’unione di sapori perfetta, la carne, la crema di pomodoro carota e sedano, la panatura e il cacao….non bastano le parole per descriverlo.
Per il secondo secondo mi sono spostata ai castelli e ho deciso di provare la porchetta di Leopardi…..scelta più che indovinata, la porchetta se fatta bene è una garanzia, e questa lo è stata.
Per chiudere la degustazione ho scelto un gustosissimo Trapizzino di Stefano Callegari, nato dalla consolidata abitudine romana della scarpetta, e dalla geniale idea di unire pizza bianca e cucina romana. Un triangolo di pizza bianca chiuso su due lati e aperto su uno, in modo da divenire una tasca da farcire, capace di raccogliere tutti i sughi delle pietanze romane, senza necessariamente dover consumare il piatto seduti a tavola. Da Eataly Stefano Callegari l’ha proposto farcito di picchiapò…carne di manzo o vitellone stracotta e immersa in un appetitosissimo sugo con cipolle. Guardate l’immagine qui sotto e provate ad immaginare quanto era buono……stra condito, stra sugoso, stra pieno, stra buono!
Unico neo della serata il fatto che alcuni dei piatti proposti sono finiti troppo presto….dalla descrizione sembravano cosi appetitosi che avrei voluto assaggiarli tutti!
E voi c’eravate da Eataly? Datemi il vostro parere sulla serata e sopratutto sui piatti!