Articolo di Daniela Verona
Istanbul cosa vedere in tre giorni. Questa capitale multietnica e multicolorata che, nonostante i più di 15 milioni di abitanti e chissá quanti turisti, risulta meno caotica di quanto ci si aspetti.
Per muoversi ci sono nuovissime linee di metro, tram di superficie, bus, ma soprattutto traghetti, che come ponti uniscono le varie sponde di questa città.
Istanbul è l’unione di tre grandi zone: quella europea orientale che comprende l’antica Costantinopoli (ora chiamata Sultanahmet); quella europea occidentale (esattamente dall’altra parte del ponte, dove si trova la Torre di Galata, la moderna piazza Taksim e palazzi che ricordano l’Ottocento italiano e francese) e la meno turistica zona asiatica, dall’altra parte del Bosforo dove trovare le ville di chi preferisce stare fuori dal caos.
Istanbul è una città di mare, sviluppata su sette colli (tra i motivi per cui viene spesso paragonata a Roma) dove bisogna subito abituarsi a fare tante salite e discese anche molto ripide. Sconsiglio vivamente macchine a noleggio o taxi perché il traffico è allucinante, per cui molto meglio armarsi di scarpe comode e camminare.
Come ottimizzare al meglio il viaggio? Di seguito trovate tutte le informazioni delle cose imperdibili da vedere a Istanbul.
Ecco la guida ‘Istanbul cosa vedere in tre giorni’.
PRIMO GIORNO: Sultanahmet, la antica Costantinopoli
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Il primo approccio con la città secondo me va fatto qui, dove in poco spazio abbiamo tutte le mete più importanti e storiche della città: Palazzo Topkapi, Hagia Sofia, la Moschea Blu (purtroppo ancora in restauro), l’Ippodromo di Costantinopoli e la Cisterna Basilica (appena riaperta al pubblico in una veste artistica e colorata).
Il Palazzo Topkapi fu la sede del governo ottomano fino alla metà del XIX secolo ed è possibile ammirare stanze decorate con maioliche meravigliose (il posto perfetto per gli amanti delle texture come me!), bagni turchi (ovviamente) e una stanza delle reliquie che rimane davvero impressa: c’è il bastone di Mosé che aprí le acque di Egitto!
Nella Moschea Blu si puo’ entrare, ma è tutta un’impalcatura per cui non si riesce a vedere il motivo del suo nome. La guida peró ci ha dato una dritta. Vicino al Gran Bazar e il mercato delle spezie c’è la Moschea di Rüstem Pascià che in piccolo ti fa vivere la stessa emozione. Essendo più autentica, qui troverete più uomini in preghiera che turisti e fare le foto alle maioliche sarà una gioia.
Hagia Sophia, beh merita il viaggio! Immensa (anche se non è la più grande), tutta rivestita di mosaici dorati e con ampi lampadari bassi che creano un’atmosfera magica, ti fa proprio respirare la “Storia” con la S maiuscola. È stata una basilica cristiana, poi moschea, poi museo, poi di nuovo moschea… è l’emblema dello spirito della città. Unica pecca è che non si puo’ respirare troppo perché la puzza di piedi è devastante. In ogni moschea si deve entrare senza scarpe, ma in questa dove migliaia di turisti lasciano libero sfogo ai propri calzini dopo aver camminato tanto, beh potete immaginare… Diciamo che tenere la mascherina FFP2 è stata una salvezza 😀
In ultimo, ma solo per questioni logistiche, la Cisterna Basilica che è la vera novità del 2022. Dopo tanti anni di restauro, l’hanno riaperta con un sistema d’illuminazione con giochi di colore e buio che creano proprio un effetto wow.
Tra una tappa e l’altra consiglio di pranzare in uno dei tanti ristoranti della zona dove iniziare a scoprire i piatti tipici turchi, tra cui il kebab (spiedini di carne cotti su una spada, non quello a cui siamo abituati noi) e le kofte, delle polpette buonissime di carne mista!
Per terminare una giornata così impegnativa, ci vuole proprio una meravigliosa crociera sul Bosforo, che è possibile prendere dal molo di Eminönü con la compagnia Turyol, super economica (75LT = 4/5€) perché è considerata una tratta di linea. Dura 90 minuti e se si prende quella delle 19:00 si può godere del tramonto e del ritorno con tutte le luci della città. Se potete, sedetevi sulla sinistra per essere sempre a favore della riva, ma vedrete che vi alzerete spesso per fare foto da ogni angolazione.
SECONDO GIORNO – Dal Gran Bazar ai quartieri più autentici di Istanbul: Fatih, Fener, Balat
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Anche il secondo giorno parte dalla zona del Sultanahmet, ma questa volta la storia la fa lo “shopping”. Il Gran Bazar è il mercato coperto più grande del mondo e volendo ci si puó perdere per una giornata intera, ma solo se vi interessano tappeti, profumi o borse e abbigliamento “tarocco”. A fianco c’è il Bazar egiziano delle spezie, anche questo coperto, ma molto più piccolo, e personalmente l’ho preferito per la selezione dei prodotti e l’approccio meno invadente dei negozianti.
Se riuscite ad uscire fuori da questo labirinto, l’ideale è raggiungere la Moschea di Solimano, che dalla sua posizione in cima alla collina permette una vista panoramica eccezionale su tutto il Corno d’Oro a sinistra, il ramo di mare che separa le due metà “europee”, e il Bosforo a destra, che invece divide Istanbul fino a sfociare nel Mar Nero.
Già che ci si trova in alto, con l’aiuto fondamentale di Google Maps o di una buona cartina, ci si può avviare verso i quartieri di Fatih, Fener e Balat, dove addentrarsi nella Istanbul più vera e affascinante. Qui convivono le comunità più “conservatrici” delle tre religioni monoteiste: islamici, greco ortodossi ed ebrei a dimostrazione della possibile convivenza interreligiosa che ha sempre caratterizzato Istanbul.
Dalla Moschea di Solimano andando verso nord troviamo per primo il quartiere di Fatih, la zona più “conservatrice” di Istanbul. L’impatto non lascia indifferenti, qui troverete solo “donne velate”, completamente coperte dal niqab nero e uomini seduti ai vari cafè.
Qui si viene per provare l’autentica cucina turca a prezzi davvero irrisori, ma la comunicazione è una sfida e noi abbiamo mangiato solo quello che potevamo indicare dalla vetrina andando a fortuna.
Lasciando la Moschea di Fatih e la vicina zona del mercato Malta Çarşı, merita una visita anche l’antico Monastero Bizantino di Cristo Pantocratore (Molla Zeyrek Camii) e la Chiesa di Theotokos Pammakaristos (Fethiye Camii), entrambe trasformate ora in moschee con i rispettivi nomi in parentesi.
Attraversando il quartiere di Çarşamba si raggiunge Fener, l’antico quartiere greco, dove vi ritroverete a destreggiarvi in un labirinto di stradine strette e salite davvero ripide tra case ottomane diroccate ma molto colorate.
Questa zona va esplorata per vedere, almeno da fuori, il Liceo Greco Ortodosso, un imponente edificio di mattoni rossi in cima alla collina, la Chiesa di Santa Maria dei Mongoli e il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, l’equivalente di San Pietro a Roma per la religione Cristiana Ortodossa.
Peccato non poterle visitare, ma la fatica viene ricompensata dall’atmosfera autentica di queste vie dove vi troverete a schivare i bambini che giocano a pallone per strada.
Scendendo verso il bosforo tramite una scalinata molto pittoresca, si raggiunge finalmente il quartiere ebraico di Balat, la zona più eccentrica e colorata, risultato anche del progetto di riqualificazione promosso dall’Unesco. Tra murales, finte pasticcerie dipinte, divanetti per strada e sinagoghe troverete bellezza e decadenza, ma soprattutto tantissimi scorci da fotografare.
Tappa d’obbligo è il Cafe Naftalin, dove ho provato il migliore café turco speziato ed ho approfittato del bagno dentro a un frigorifero!
Ultima tappa particolare è la Chiesa Bulgara di Santo Stefano, famosa per essere stata realizzata in neanche un anno e mezzo solo con prefabbricati di ghisa.
Qui di fronte c’è il molo dei traghetti che risulta comodissimo per tornare in albergo in zona Galata.
TERZO GIORNO – La Istanbul “europea”
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Dopo aver esplorato la parte più antica e più conservatrice, oggi tocca alla parte considerata “europea” e moderna.
Questo è semplice da capire guardando all’architettura dei palazzi che, soprattutto nel quartiere di Pera, ricordano quelli di fine Ottocento italiani o francesi.
Partendo dal Ponte di Galata a piedi, noi abbiamo raggiunto il Palazzo Dolmabahçe, costeggiando il mare e diversi comprensori turistici ultramoderni ed eleganti, con negozi degni di via Condotti.
Il Palazzo è stato realizzato nel 1856 come sede del governo dopo il Palazzo Topkapi e residenza del Sultano Abdülmecid che decise che era arrivato il momento di avere dei termosifoni per scaldarsi d’inverno.
Al suo interno puoi credere di essere in Francia, con sale immense ed ultra decorate. Qui viveva con il sultano tutto l’Harem e al trentesimo salottino forse risulta un po’ monotono.
Continuando sul lungomare si raggiunge un quartiere molto carino pieno di locali, ma la nostra vera meta era solo una: Karadeniz Döner Asım Usta il döner kebap migliore di Istanbul. Lo spiedo è gigante, ma se si arriva nel tardo pomeriggio si rischia di trovare chiuso perchè una volta finito chiude bottega.
La particolarità di questa zona sta anche nella sua conformazione. La collina è talmente ripida che le case sembrano costruite una sopra all’altra. Non a caso hanno costruito ben due funicolari per raggiungere la vetta dove si trova Piazza Taksim e la lunghissima via commerciale İstiklal Caddesi. Qui potete trovare di tutto, perfino un tram storico ancora in funzione, e c’è vita fino a tarda notte. Io ci sono passata di sabato sera e fino alle 2 di notte c’era talmente tanta gente e luce che sembrava di essere a New York!
L’ultima tappa fondamentale di un giro a Istanbul è la Torre Galata. Un punto panoramico circolare da cui ammirare tutta la città dall’alto, per questo si consiglia di visitarlo all’ora del tramonto. Considerate peró che la passerella esterna è molto molto stretta e può risultare molto affollata.
Per gli amanti della carne, qui sotto c’è una delle tante sedi di Salt Bae, la catena dello chef omonimo dedicata agli hamburger. La sua linea di ristoranti Nusr-et è molto più cara, qui invece il rapporto qualità prezzo è eccezionale per gustarsi un panino succosissimo. Talmente succoso che non ti portano tovaglioli ma direttamente dei guanti per mangiare!
Istanbul in tre giorni si può fare, ma è davvero faticosa, per cui se avete più tempo consiglio di prenderla con più calma e aggiungere anche una visita alla zona asiatica di Kadıköy attraversando il Bosforo con il traghetto.
CURIOSITA’ E CONSIGLI SU ISTANBUL
- Istanbul si può considerare la città dei gatti. Non fatevi ingannare dal fatto che sono praticamente tutti randagi, qui cani e gatti sono seguiti dal sistema sanitario della città e sono sfamati da tutti. Infatti troverete spesso ciotole con croccantini e acqua per loro fuori da negozi e abitazioni
- Per quanto riguarda la comunicazione, considerate che raramente troverete chi capisce l’inglese (neanche in aeroporto), per cui armatevi di santa pazienza e capacità interpretativa e anche quando vi diranno di aver capito aspettatevi qualsiasi sorpresa!
- Mi ha poi colpito la loro capacità di “ingannare” il turista. Sono abituata a viaggiare e a non farmi fregare, ma devo ammettere che qui sono così bravi che alla fine ti devi inchinare e fare i complimenti. Non a caso viene chiamata anche “Costanti..Napoli”. In particolare, vi vorrei metter in guardia su una facile fregatura che avviene soprattutto nella salita verso la Torre di Galata. Vi capiterà di incontrare un uomo con uno sgabello in spalla a cui cadrá la spazzola da lustrascarpe e verrá naturale farglielo presente. Lui per “ringraziarvi” vi pulirà le scarpe (lasciamo stare come) e cercherà di intuire da quanto siete arrivati in città per capire quanto siete già abituati al cambio della valuta e a questa loro usanza. Noi eravamo appena arrivati e senza rendermene conto gli ho lasciato 20 euro…
Se siete alla ricerca di altri consigli di viaggio li trovate qui.
BUON VIAGGIO!