Se vi dico ‘Irpinia’ voi a cosa pensate?
Quando si parla o si pensa alla ‘Verde Irpinia’, solitamente, la prima cosa che ci viene in mente sono: Aglianico, Greco di Tufo e Fiano di Avellino. Vi capisco, perchè fino a qualche giorno fa, anche a me capitava di fare questa associazione immediata, e, aggiungerei, a volte’scontata’. Il vino però è solo una delle eccellenze di questo territorio, perchè vi assicuro che ce ne sono molte di più. Quando si parla di eccellenza infatti, l’Irpinia ha molto da dire e io a breve vi parlerò di tutte le sue perle enogastronomiche in un post dedicato, ma dovrete aspettare ancora qualche giorno! 😉
Oggi voglio parlarvi dell’altra faccia della medaglia, ovvero delle sua ricchezza storica, naturalistica e paesaggistica, che vi assicuro è straordinariamente bella. E tutta da scoprire.
Grazie ad Insolita Italia, che già l’anno scorso mi aveva portato in un’altra perla del sud Italia, Salerno., ho avuto modo di scoprire angoli nascosti di questa terra campana.
Se passate di qui, la prima cosa che vi consiglio di vedere è Calitri, un piccolo borgo all’estremo limite orientale della provincia di Avellino, che si innalza fino a seicento metri sul livello del mare e che, visto da lontano sembra un piccolo presepe.
La prima cosa che colpisce guardandolo da lontano è la sua struttura particolare, in cui piccole casette colorate si alternano a formare un patchwork unico e ammaliante.
L’ impressione immediata che si ha vedendola è: allegria.
Sopravvissuta al terremoto dell’ ’80, questa perla campana, è una piccola bomboniera da visitare, perdendosi nei piccoli vicoletti che la caratterizzano, e lasciandosi guidare dal profumo del pane, del formaggio e della genuinità unica che la caratterizza.
Niente caos, niente vie per lo struscio, niente clacson suonanti, qui regnano soltanto semplicità e calma. Oltre a quest’atmosfera unica che la contraddistingue, Calitri è particolare sopratutto per la sua conformazione e per la presenza delle suggestive grotte di tufo che di fatto sorreggono il paese donandogli anche una terza dimensione, quella della profondità.
E proprio queste grotte sono uno dei luoghi simbolo della cittadina, e cuore pulsante dell’attività produttiva. Oltre alle ceramiche calitrane, pilastro dell’artigianato locale, Calitri è conosciuta per la produzione di formaggi, sopratutto il caciocavallo podolico, che viene messo in stagionatura all’interno di queste grotte che gli regalano un profumo ed un sapore unici.
Un altro luogo che vi consiglio assolutamente di vedere è la il Bio Parco Fattoria Rosabella a Montella. Questo posto è ideale per un’immersione totale nella natura, nell’aria pulita e nella genuinità capace di unire la realtà produttiva casearia della fattoria all’incontaminata flora del bio parco. Qui è possibile trascorrere giornate a stretto contatto con l’ambiente circostante, visitando gli allevamenti presenti, partecipando alle attività didattiche organizzate dalla fattoria, come ad esempio il laboratorio di pasta fatta a mano, la produzione dei formaggi, le degustazioni guidate di prodotti tipici all’interno delle aree attrezzate e le escursioni alle cascate e alle sorgenti. Se invece si vuole godere di un pranzo all’aperto è possibile prenotare un tavolo con cui viene messo a disposizione un barbecue, e acquistare un cesto di prodotti tipici con pane caldo sfornato ogni mattina, e godersi la compagnia e le risate dei propri commensali contornati da un’ambiente davvero unico.
Poco più su del Bio Parco, dopo aver percorso una bellissima strada panoramica immersa in colline ricoperte da castagneti, si raggiunge il Santuario del SS Salvatore. , posizionato a 954 metri di altitudine sul livello del mare, sulla sommità di un monte isolato dal resto della catena montuosa dei Monti Picentini, che domina tutta la vallata sottostante.
Un posto unico, in cui assaporare una spiritualità quasi surreale e dal quale godere a 360° di una vista magnifica, e che riesce davvero a farti realizzare con un solo sguardo il perchè l’Irpinia è chiamata ‘Verde Irpinia’.
Spostandoci nella frazione Mirabella Eclano, eccoci al Parco Archeologico di Aeclanum, nel quale è possibile vedere i resti della città fondata dalla tribù sannita degli Irpini, risalente alla fine del III secolo a.C.. Qui, gli scavi archeologici della metà del ‘900 hanno in luce alcune delle strutture che componevano la città, come il macellum, ovvero il mercato coperto, le terme in cui sono chiaramente riconoscibili gli ambienti destinati atepidarium, calidarium e frigidarium, e diverse case che componevano l’antica città di Eclano.
Tra i tanti borghi irpini, c’è n’è uno fantasma, permeato da un’atmosfera quasi spettrale, e fortemente suggestiva quanto emozionante: Conza della Campania.
Questo paese, uno dei centri più vicini all’epicentro del terremoto dell’Irpinia, è stato completamente raso ad suolo, tanto che, è stato valutato che sarebbe stato più conveniente ricostruirlo ex novo, piuttosto che riparare i danni subiti.
Camminando nel verde dell’ambiente circostante, si arriva a Conza prima accolti dalla bellezza mozzafiato del lago sottostante, e poi catapultati in una realtà spaventosa, quanto triste e riflessiva. Camminare tra le macerie di questo paese ti lascia sospeso in un misto di sensazioni confuse e incomprensibili, che però vale la pena di vivere perchè secondo me, posti come questo ti aiutano seriamente a riflettere e forse a vedere con occhi diversi le cose.
L’Irpinia è ricca, florida e ancora poco esplorata, quindi il mio consiglio è uno, andateci e rimarrete piacevolemente sorpresi.
Fin da piccola la pronvincia di Avellino mi è sempre piaciuta, ma se ti azzardi a dire una cosa del genere da me (a Benevento), ti picchiano con la scopa di saggina. Ma l’Italia è tutta bella!
Comunque, se dici Irpinia io rispondo noccioline!
😉