Buongiorno e buon inizio settimana a tutti! Oggi, prima di partire alla volta di nuove avventure che mi porteranno in giro per l’Italia, voglio raccontarvi ancora un po del blog tour irpino che ha coinvolto me e altri 12 blogger due week end fa.
La scorsa settimana vi ho parlato dell’Azienda Agricola Gaia, oggi invece voglio raccontarvi di un’altra realtà irpina: Feudi di San Gregorio.
Il nome non risulterà certo nuovo a nessuno, poichè quest’azienda vinicola, nata nel 1986 (oddio sono più vecchia di lei!), è una delle più conosciute del sud Italia. Prima di visitarla pensavo anch’io di conoscerla, ma si sa, quando si guardano le cose da diverse prospettive si possono cogliere maggiori sfumature, e, visitarla e vederne da vicino la struttura, la cantina e una parte dei vigneti, mi ha permesso di apprezzarla ancora di più!
Nata a Sorbo Serpico, con 30 ettari di vigneti iniziali, oggi l’azienda ne conta più di 300 che si snodano tra le zone di Tufo, Taurasi e Santa Paolina, con altitudini che variano tra i 350 e i 700 metri, ed è proprio il posizionamento unito alle caratteristiche del territorio, caratterizzato da matrici sedimentarie e vulcaniche, ed alle escursioni termiche a cui sono sottoposti i vigneti, a donare ai vini caratteristiche organolettiche uniche che caratterizzano l’Aglianico, il Fiano di Avellino e il Greco di Tufo prodotti.
Feudi di San Gregorio è un’azienda giovane, fortemente legata alla tradizione, ma con una visione giovane e al contempo solida (il suo presidente Antonio Capaldo ha soltanto 37 anni) che punta all’innovazione. La bellissima cantina, inaugurata nel 2004 è proprio la materializzazione della fusione di questi due concetti, tradizione e innovazione. L’architettura, lineare ed essenziale si fonde alla perfezione con l’ambiente circostante, essendo essa quasi interamente ricoperta da un meraviglioso roseto da un lato, e da un giardino di erbe aromatiche dall’altro. Lo spazio interno, ampio ed elegante, supera il concetto di ‘semplice’ cantina, trasformandola in un ambiente caldo che vuole essere un luogo di incontro e accoglienza.
E proprio in questo meraviglioso ambiente, come se non bastasse già l’ospitalità, ecco un regalo per noi: una bottiglia di Aglianico Feudi di San Gregorio serigrafata con le nostre iniziali. Bella l’idea no?! Se volete potreste averne una anche voi, basta aprire questo link e seguire le istruzioni, in pochissimo tempo potete creare una bottiglia unica perfetta come idea regalo, e se siete anche molto ‘social’, condividete la vostra esperienza con l’hashtag #lamiaetichettafeudi.
Il buon vino va sempre accompagnato con ottimo cibo (e/o viceversa), per questo Feudi di San Gregorio non è solamente vino. Al suo interno si nasconde il paradiso per i palati ben abituati, il Marennà, stella Michelin dal 2009, grazie ai piatti ideati e realizzati dal suo chef Paolo Barrale e dalla sua brigata.
Un posto unico, capace di farti sentire un tutt’uno con la ‘verde Irpinia’, grazie alle immense vetrate che oltrepassano il mero compito di essere semplici pareti, divenendo un perfetto filtro con l’esterno. Pace e un totale rilassamento sono le prime sensazioni che ti pervadono entrando in questo spazio che sembra sospeso tra le montagne irpine. L’arredamento è lineare, semplice e raffinato, e la cucina a vista è un dolce vedere per occhi affamati a cui basta solo l’incanto del perfetto ingranaggio dei fornelli per essere saziati.
I sapori decisi, definiti e audaci della campania lavorati tra tradizione e innovazione dallo chef Paolo Barrale ci incantano sin dalla prima portata, baccalà con crema di scarola, mandorla e caviale vegetale, in cui è il gioco di consistenze tra il baccalà, la scarola e l’aria di mandorle a fare da padrona.
Da food blogger molto molto professionali, non ci siamo tirati indietro di fronte alle altre portare del menu: raviolo di borragine, asparagi, burro di manteca e stravecchio di bruna alpina, un esempio perfetto di come ingredienti semplici e tradizionali possano dare un risultato elegante e gustoso se sapientemente lavorati. Non da meno è stata la spalla di vitello alle spezie, purea di sedano rapa e verdure primaverili, un concentrato di sapori decisi e ben equilibrati.
Dulcis in fundo, il piatto che ha entusiasmato tutti: pastiera 2015: spuma di ricotta, grano cotto, e sorbetto all’arancia. Una pastiera scomposta e rivisitata che di tradizionale ha soltanto il nome. Spumosa e morbida all’esterno, con un cuore si piccole frolle, grano e il gusto del sorbetto all’arancia che esplode e ti sorprende all’improvviso, lasciandoti solo la voglia di mangiarne ancora, e ancora. Insomma, un dolce pazzesco, difficile da descrivere, ma solo da provare!
Volete un consiglio?
Se vi trovate in Campania, andate a visitare i Feudi di San Gregorio, se invece non siete in quelle zone, organizzate un viaggio per andarci, ne varrà la pena!