Perchè brindare quando più ‘blendare’?
Ormai brindare è cosa vecchia, ora vanno di moda le blending night. Si signori avete capito bene, ho scritto proprio ‘blendare’. Del resto dopo una serata trascorsa alla scoperta degli oli d’oliva con relativa creazione del blend perfetto per il mio palato, non avrei potuto scrivere altrimenti.
Riunisci tante food blogger sulla Terrazza Cibus di Expo, falle sedere intorno ad una grande tavola con quattro tipi di olio in ogni postazione, misurino, bottiglia da 250 ml con relativa etichetta ed il gioco è fatto. Ad ideare tutto ciò ci ha pensato Zucchi., che dal 1810 persegue la cultura dell’olio intesa come vera e propria arte in grado di esprimere la passione e l’eccellenza italiana.
Ed è proprio l’arte del blending uno dei segreti nascosti dell’olio d’oliva, poichè grazie alla sapiente miscelazione di diversi profumi, aromi e sapori è possibile riuscire ad ottenere l’aroma perfetto.
Ogni olio extra vergine d’oliva è caratterizzato da sfumature e note organolettiche diverse tra loro, e un blending preciso fa si che queste possano modularsi ed equilibrarsi al meglio per dare un risultato unico. Questa operazione, anche se descritta con semplicità è in realtà molto complessa, poichè i protagonisti principali, ovvero gli extra vergine d’oliva, cambiano e modificano le proprie caratteristiche al passare del tempo. Solo la conoscenza puntuale della materia prima accompagnata da conoscenze teoriche di agronomia, chimica e biologia creano la base solida grazie alla quale il blendmaster può riuscire in questo compito, che deve essere tuttavia supportato anche da prove di assaggio. Il blending è quindi la combinazione perfetta tra pratica e teoria, poichè l’una non può prescindere dall’altra per ottenere un risultato ottimale.
Premesso ciò, e specificato che ne io ne le mie amiche blogger presenti alla #blendingexpercience, siamo blending masters, non posso che dirvi che provare a creare il blend perfetto è stata un’esperienza molto più che divertente. E’ si perchè è stata sopratutto formativa.
Degustare l’olio extra vergine d’oliva, cercare di coglierne tutti i profumi e captarne le più minime sfumature gustative non è assolutamente semplice, e tutt’altro che semplice è dosare le diverse tipologie di olio extra vergine tra di loro. Io ho voluto, anzi ho sperato e cercato di creare, un olio che avesse carattere e che quindi presentasse note decise al palato, ma che non fosse allo stesso tempo troppo invasivo. E si….ci sono riuscita. Guardate qui sotto che bello il risultato di questa serata insolita! (Direi che sembra pronta alla vendita!)
Bhè, visivamente non potete che darmi ragione, la mia bottiglia di extra vergine, o meglio il mio blend è ben riuscito…per il sapore non vi rimane che fidarmi della mia parola! 😉
L’ha ribloggato su MAXIMUSOPTIMUSDOMINUS.