28 Posti Bistrot: il ristorante assolutamente imperdibile di Milano
Una cena, un’esperienza
Finalmente, dopo tanto tempo, sono uscita da una cena soddisfatta al cento per cento. Era da tempo che non mi divertivo così a tavola, anzi, era da tempo che le mie papille gustative non ballavano dalla felicità, e il merito è del ristorante 28 Posti Bistrot di Milano e dei piatti dello chef Marco Ambrosino.
Da tempo il 28 Posti occupava un posto fisso nella mia lista dei ristoranti da provare, e finalmente, qualche giorno fa, ha lasciato quella lista per occupare di diritto un posto d’onore nella lista dei miei ristoranti milanesi preferiti. Il merito è sì della cucina, ma non solo. La cucina è la componente fondamentale, ma il merito va anche al locale e al personale.
Il locale, il personale e il servizio
Il locale del 28 Posti è essenziale, lineare, studiato nel dettaglio, ma capace di creare un’atmosfera intima e confortevole. Il legno, il cemento a vista, il bianco imperante e gli arredi, molti di di recupero o auto produzioni provenienti dalla baraccopoli di Mathare e dal laboratorio del ferro di Jua Kali (Nairobi), si combinano alla perfezione. La cucina, che guarda attraverso un’apertura sulla sala, è il completamento perfetto dell’ambiente. A fare da ciliegina sulla torta, c’è il personale, cordiale, sorridente, affabile e sempre pronto a soddisfare qualsiasi richiesta e curiosità, con un tatto che negli ultimi tempi sembra difficile da trovare.
La cucina e il menu
Va da sé che la cucina sia la parte più divertente ed interessante del 28 Posti Bistrot. Ti sorprende, ti cattura, ti inebria, ti sbalordisce, ti fa interrogare. Ti fa viaggiare.
Ti fa viaggiare su un’equilibrio sottile e precario, senza però mai farti cadere. Ti fa viaggiare tra accostamenti di ingredienti inimmaginabili, tra sapori contrastanti a volte, e tra sfumature più delicate altre volte. Ti porta al massimo, ti fa raggiungere il limite, facendoti rimanere costantemente sul quel confine labile senza mai oltrepassarlo, ed è proprio questo il bello. E proprio in questo ‘gioco’ costante ed accattivante che risiede l’essenza della cucina di Marco Ambrosini, che propone piatti mai banali, piatti in cui a volte spiccano forti acidità e sapori mai scontati. Volete un esempio? I ravioli di sedano rapa con brodo di acciuga, i miei preferiti.
Nei suoi piatti si assaporano le sue origini partenopee ben combinate con le influenze nordiche, arrivate dall’esperienza al Noma di Copenaghen.
Anche la carta del 28 Posti Bistrot non annoia. Lo chef propone dei menu degustazione a sorpresa, che permettono di valorizzare la sua creatività e i piatti che meglio caratterizzano la sua cucina e la filosofia del locale. Ci sono più proposte, in cui a variare è il numero di portate, e proporzionalmente anche il prezzo – 5 portate a 50 euro, 8 assaggi a 70 euro e 10 assaggi a sorpresa – a mio avviso il rapporto qualità prezzo è ottimo. Io vi consiglio di scegliere questa strada, secondo me è il modo migliore per esplorare l’idea culinaria di uno chef. Tranquilli, intolleranze e cibi non graditi vengono richiesti all’inizio.
Se non siete amanti delle sorprese poco importa, la scelta alla carta rimane.
Che dire, ho aspettato parecchio per provarlo, ma ne è valsa decisamente la pena, il 28 Posti Bistrot è Robysushi Approved. Vi avviso, se dovessero portarvi il burro affumicato con cenere di cipolla non smetterete di mangiarlo fin quando non sarà finito. Anzi, se andate chiedetelo.
Ultima cosa, andateci, perchè sarà una super esperienza!
28 Posti – Via Corsico, 20144 Milano MI
tel. 02/8392377
Aperto da martedì a domenica
dalle 12.30 alle 14.30 e dalle 20.00 alle 23.00